Analisi e commento dei Dialoghi con Leucò: la passione per la mitologia de “I fuochi” (Dialogo tra due pastori), le disperazioni amorose de “L’inconsolabile” (Dialogo tra Orfeo e Bacca) e la morte di un grande scrittore
Introduzione
I Dialoghi con Leucò (1947) di Cesare Pavese (1908 – 1950) sono un vero gioiello che fu molto caro allo stesso autore. Pavese sosteneva di aver trovato una nuova forma che sintetizza molti filoni[1] ed era anche quello il libro che teneva sul comodino quando si suicidò nella notte del 26 agosto del 1950 nell’albergo Roma in Piazza Carlo Felice a Torino. I Dialoghi con Leucò non sono sicuramente la prima opera con cui associamo Pavese e anche nel 1947 l’accoglienza non era stata particolarmente entusiasmante. In fondo non sempre il giudizio dei lettori coincide con quello dell’autore.